La geografia del caporalato in un’indagine CGIL

 Presentato venerdì scorso alla Sapienza di Roma il primo quaderno realizzato dall’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-CGIL, intitolato “Geografia del Caporalato”. Il lavoro costruisce una mappa del fenomeno nel nostro territorio, sfatando in qualche modo il mito che vede le regioni del Mezzogiorno luogo di sfruttamento per eccellenza. Come emerge dallo studio, realizzato incrociando in maniera rigorosa e scientifica interviste on-line raccolte dai sindacalisti della Flai con le singole operazioni di polizia giudiziaria, le denunce dei lavoratori e degli Enti del terzo settore, su 405 località dove lo sfruttamento del lavoro nei campi è più forte 191 sono al sud e nelle isole, mentre 129 si trovano nell’Italia settentrionale.
La Regione dove il fenomeno del caporalato è più evidente è la Sicilia, con 53 aree segnalate, seguita a breve distanza dal Veneto, con 44, poi Puglia con 41, Lazio e Calabria con 39, Emilia con 38, fino a Piemonte e Lombardia con circa 20 aree. “Sfruttamento, caporalato, lavoro irregolare e mancata applicazione dei contratti sono andati assumendo confini geografici sempre più ampi nel nostro Paese, annidandosi anche in comparti caratterizzati da produzioni di eccellenza con alto margine di profitto e coinvolgendo un numero crescente di lavoratori italiani e stranieri” spiega il Segretario generale della Flai Giovanni Mininni.

https://www.anmil.it/news/la-geografia-del-caporalato-in-unindagine-cgil/

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