MONDO OPERAIO – COMUNICATO DELLA FLMU – CUB FCA di Cassino

“E’ giuridicamente compatibile il ricorso al lavoro supplementare quando vi sono centinaia di lavoratori fermi in Cassa Integrazione?”

Solo chi lavora in fabbrica può capire cosa vuol dire vedersi togliere la pausa mensa e vederla trasformata in lavoro aggiuntivo. Solo gli operai che lavorano in catena di montaggio sanno cosa vuol dire stare in piedi ininterrottamente per otto ore consecutive senza mai potersi sedere e mangiare anche solo un panino.

Ebbene sì, l’ultima frontiera dello sfruttamento in fabbrica riguarda proprio l’abolizione delle pause fisiologiche: la direzione della FCA di Cassino ha deciso di abolire (anche) la mezz’ora di mensa a fine turno e utilizzarla sotto forma di lavoro aggiuntivo per recuperare le fermate tecniche (non dipendenti dalla responsabilità degli operai) accumulate durante la produzione.

L’ultima sortita della direzione della FCA di Cassino va ad aggiungersi ad altri tagli delle pause fisiologiche già operati negli ultimi dieci anni, fino ad arrivare, di fatto, all’abolizione di tutte le pause. I 10 minuti di pausa ancora magnanimamente “concessi”, servono a malapena a recarsi al bagno, mentre per il resto della giornata un operaio non ha il tempo per mangiare un panino. La pausa mensa, già spostata a fine turno con l’approvazione dei sindacati confederali firmatari di contratto, servirebbe proprio a consentire all’operaio di mangiare prima di affrontare il viaggio di ritorno verso casa, e ciò rappresenta non un vezzo ma una necessità fisiologica.

L’intendimento della direzione della FCA di Cassino è quello di abolire definitivamente la pausa mensa e trasformarla in lavoro aggiuntivo, per ottimizzare l’intero orario di lavoro degli operai. Otto ore di lavoro in totale apnea senza poter usufruire di vere pause di recupero psico-fisico, vuol dire saturare l’operaio oltre i limiti umani, vuol dire spremere e sfruttare l’operaio oltre le prescrizioni imposte dalle legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Inoltre si esprimono forti dubbi sulla legittimità dell’uso del lavoro straordinario, comunque aggiuntivo, durante un periodo di Cassa Integrazione: è giuridicamente compatibile il ricorso al lavoro supplementare quando vi sono centinaia di lavoratori fermi in Cassa Integrazione? Ovvero, è giusto che lo Stato, cioè l’’INPS, intervenga a favore delle aziende che, contestualmente, obbligano gli operai al lavoro straordinario? Non sarebbe più logico far lavorare tutti gli operai ed evitare il ricorso alla Cassa Integrazione?

LA FLMU- CUB di Cassino ha già proclamato la scorsa settimana lo sciopero della mezz’ora di lavoro supplementare imposta dalla direzione aziendale della FCA e dai sindacati confederali firmatari di contratto, e continuerà a farlo nelle successive occasioni, almeno fino a quando non finirà questa ignominia sociale e giuridica che va a totale discapito degli operai in fabbrica e di quelli in Cassa Integrazione.

Dopo averci praticamente tolto la fruizione dei giorni di ferie e permessi, utilizzati finora unilateralmente per compensare le fermate tecniche e per esigenze produttive, ovvero giorni di riposo subordinati non alle esigenze degli operai, oggi tentano di togliere anche la pausa mensa per saturare ancora di più gli impianti e le linee, quando centinaia di operai sono in Cassa Integrazione.

Se la nuova linea di Stellantis è quella di peggiorare le condizioni materiali degli operai suoi luoghi di lavoro, troverà sicuramente la giusta opposizione di coloro che non si arrendono!

Lascia un commento