E sono 500!

E sono 500!

di Dipartimento Lavoro PCI

GL

Dal 1 gennaio al 21 giugno sono 500 le lavoratrici e i lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro che diventano 672 considerando i decessi in itinere. Questi i dati diffusi questa mattina, molto presto, da Carlo Soricelli dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro. Dati reali che considerano tutte le persone che muoiono lavorando e non solamente gli incidenti che vengono denunciati all’INAIL. Dati talmente sicuri che vengono citati anche da ANSA come riferimento del quale è utile (e onesto) tenere conto.

L’Osservatorio viene citato in un articolo, di ANSA appunto, sulla atroce morte di Satnam Singh avvenuta a Latina. Un fatto raccapricciante, inconcepibile in un paese che si definisce civile e democratico. Singh, 31 anni, lavora in nero nei campi, cerca disperatamente di sopravvivere, di essere regolarizzato. Ma si infortuna in maniera gravissima, una macchina gli trancia un braccio. Tutto avviene di fronte alla moglie. E qua succede l’impensabile assenza di qualsiasi umanità. Non viene chiamato il pronto soccorso ma Singh viene “scaricato” davanti a casa con il suo braccio staccato riposto in una cassetta di frutta. Buttato come un rifiuto ormai inservibile. Singh muore. Sembra un film dell’orrore ma è la realtà che si vive nel nostro paese, uno dei più ricchi e sviluppati del mondo che fa parte del G7 e che investe decine di miliardi ogni anno in armi costringendo il lavoro, la sanità e l’istruzione pubbliche all’inefficienza e alla “povertà”.

Una realtà spaventosa che dimostra una deriva anche culturale incardinata nel pensiero unico del “realismo capitalista” che ritiene che il lavoro non debba essere sicuro, meno faticoso e ben retribuito ma serva solo ad accrescere il profitto e la ricchezza del padrone. Padrone che, seguendo il “sentire comune”, afferma che la colpa è del lavoratore che era stato avvisato e che ha fatto di testa sua. E se anche fosse, è forse normale non chiamare i soccorsi e scaricare il corpo per strada? È normale, certo, per chi considera le persone strumenti per la propria ricchezza, non per chi ha ancora un barlume di umanità

Dopo la tragedia di Latina, un vero e proprio efferato omicidio, si sono alzati, come succede solitamente, varie voci. Si sono sentiti i soliti mantra, le promesse di agire, le espressioni di orrore … contro il caporalato, lo sfruttamento, la schiavitù alla quale sono costretti i braccianti …

Si sono sprecati verbi declinati al futuro remoto, i “faremo”, i “vedrete”. Si fanno riunioni, si aprono tavoli per affrontare un’emergenza che dura da talmente tanti anni da essere diventata normalità.

Ma vi accorgete solo adesso, cari signori che occupate le istituzioni, che avreste dovuto agire, che è facile morire lavorando? E vi siete accorti che l’orribile morte di Satnam Singh è solo una delle tante, che con lui sono morte altre 499 persone, uomini, donne, giovani, vecchi costretti a rischiare la vita perché proprio voi, cari signori, non siete interessati di fatto e concretamente della salute e della sicurezza di chi lavora per sopravvivere. E con quale faccia venite a promettere, proprio voi, che avete approvato leggi che hanno reso la precarietà forma normale di lavoro, che permettono i subappalti a cascata, che hanno ripristinato i voucher, che incentivano il “lavoro povero” e lo sfruttamento di chi lavora. Ma avete a che fare, ogni tanto, con la vostra coscienza o vi bastano poche parole che credete rassicuranti per sentirvi assolti? Guardate che in questa che è una vera e propria guerra di classe nella quale le vittime sono i lavoratori e i carnefici chi li sfrutta, nessuno può ritenersi assolto e pochi, l’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro per primo e quelli che come il PCI tentano di lottare per un radicale cambiamento di sistema, non sono complici della strage.

PS: per inciso i morti per infortunio nei luoghi di lavoro, che dal 1 gennaio al 21 giugno 2024 sono 500, nel 2023 furono 403, nel 2022 furono 362, nell’epoca pre-covid furono 340 a fine giugno 2019, 350 nel 2018, 323 nel 2017 (fonte Osservatorio Nazionale morti sul lavoro) … un crescendo spaventoso in netto contrasto con affermazioni del tipo “i morti sul lavoro preCovid erano molti ma molti di più degli attuali” che probabilmente si riferiscono ai dati INPS e che qui e là vengono passate come verità assolute. Chi legge decida a chi credere.

 

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