Ma in che paese viviamo?

Ma in che paese viviamo? ma cosa volete che sia un braccio staccato dal corpo

di Dipartimento Lavoro PCI

Si legge su ansa.it: "Gravissimo incidente sul lavoro oggi pomeriggio in una azienda agricola in provincia di Latina, nei pressi di Borgo Santa Maria, dove un lavoratore di nazionalità indiana addetto al taglio del fieno ha avuto un braccio staccato da un macchinario e riportato altre gravi fratture. All'orrore dell'incidente si aggiunge il fatto che, invece di essere soccorso dai datori di lavoro, è stato scaricato come un sacco di rifiuti in prossimità della sua abitazione". La denuncia e la notizia del grave episodio è della Flai Cgil.

Di fronte all’orrore cosa si può dire? Forse resta un moto di repulsione e nient’altro, l’atroce pensiero che questo paese nel quale viviamo sia diventato un teatro nel quale viene rappresentata l’oscena tragedia di un mondo del lavoro nel quale conta solo il profitto. Un mondo che dovrebbe essere ripudiato e che, invece, cresce e ingoia qualsiasi umanità nell’indifferenza di un popolo ridotto a spettatore o pubblico.

Così succede che bastano poche righe che descrivono una carneficina che verrà presto dimenticata con lavoratrici e lavoratori che si ammalano, vengono mutilati, uccisi … persone che vengono buttate là, ai margini di una società rassegnata e inerme.

Eh sì, lo “spettacolo” raccapricciante e macabro di chi lavora ridotto a pezzo di carne da macellare, non si ferma, e noi, tutti noi dobbiamo diventare indifferenti, ignoranti, inutili.

Eh, no, “cari signori” noi comunisti non ci stiamo.
Continuiamo a ribellarci e a lottare perché questo sistema spaventoso nel quale siamo costretti a vivere venga abbattuto.

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