Camilla Ravera

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su Camilla Ravera

di Redazione 

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Il 18 giugno di 135 anni fa nacque Camilla Ravera, rivoluzionaria, antifascista, comunista. Tra le fondatrici del Partito Comunista d’Italia nel 1921, di fatto ne divenne segretaria guidandolo nel periodo della clandestinità quando Togliatti era in Unione Sovietica e fino al luglio 1930 quando fu arrestata dalla polizia fascista, fu la prima senatrice a vita nominata nel 1982 dal Presidente Sandro Pertini.

Ebbe una vita lunga, intensa e mai rinunciò alla passione politica e alla sua vocazione di rivoluzionaria comunista. La sua storia si intreccia con quella della nostra patria e con le lotte per far attuare la Costituzione oggi così umiliata e devastata da una folla di politicanti che vorrebbero ricacciare l’Italia nei tempi più bui della sua storia.

Noi vogliamo ricordare Camilla Ravera in un fatto che la vide protagonista durante lo storico sciopero dei lavoratori della Fiat del 1980. Fu davanti ai cancelli della fabbrica torinese quando tenne un comizio seguito da migliaia di lavoratori. Camilla Ravera ricorda, nel libro di Nora Villa “La piccola grande signora del PCI. Camilla Ravera: rivoluzionaria di professione”, che le avevano preparato un palco molto alto e che c’era un mare di operai. In quell’occasione volle ripetere ai lavoratori l’insegnamento di Gramsci “non perdete mai il contatto con la realtà della storia”. Spiegò le ragioni per le quali la Fiat era entrata in una fase di diminuzione della produzione, a causa della crisi del petrolio. Ma disse che era un errore licenziare. Non solo un’ingiustizia, un errore! Per lei era necessario “dirottare la produzione verso altri tipi di trasporto, dall’automobile individuale ai trasporti sociali”. A 91 anni Camilla Ravera, senza attingere a facili slogan più o meno incendiari o a frasi fatte, con voce flebile e sicura sviluppò un ragionamento e fece proposte concrete e realizzabili. Una lezione, l’ennesima. La riconversione (verso prodotti di uso collettivo) prospettata da quella fragile signora carica d’anni e d’esperienza aveva una lungimiranza che i i “nostri” industriali non hanno quasi mai avuto. Non solo.

Con quelle parole Camilla Ravera affermava quale era l’obiettivo dello sviluppo prospettato dai comunisti. I lavoratori possono e devono diventare costruttori del cambiamento della società. Per fare questo devono progettare un nuovo modello di sviluppo. Significa passare dalla “morale di schiavi” nella quale sono costretti dal sistema capitalista in quella “morale di produttori” che permetterà loro di dirigere la trasformazione della società verso il socialismo. Una vera e propria rivoluzione per la quale lei aveva combattuto tutta una vita.

Ecco, ricordare Camilla Ravera oggi non vuol dire essere nostalgici, significa mantenere memoria dell’importanza delle comuniste e dei comunisti nella storia del nostro paese. Significa riprendere in mano gli insegnamenti delle maestre e dei maestri che hanno indicato la strada per lottare con lo sguardo rivolto al futuro per un modello di sviluppo che scardini i dogmi sui quali si basa il sistema capitalista.

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